Dicono di me
Luca, genio delle radiciGianfranco Salotti, Vicepresidente del Parco dei Laghi di Avigliana
Un bimbo malformato accarezzava rapito
il leggiadro svasso di legno
reso vivente da una morta radice.
Forse rinfocola, lo sfortunato,
la propria speranza di rigenerarsi alla vita
così come ha ottenuto l’uccello, liberato dall’ultima radice del bosco.
Luca Germena, l’artista artigiano, difficilmente lo scorgi aggirarsi tra le colline e le paludi del Parco Naturale dei Laghi a caccia di inconsueti tesori: radici contorte e divelte dall’acqua, già intravedendone, genio ispiratore, la potenzialità di diventare altro.
Nel tempo della noncuranza per le cose della natura per le sue espressioni povere e semplici, un uomo abbagliato dalle illusioni del grande e del perfetto, l’arte sorgiva di Luca è un monito e uno sprone verso nuovi valori.
Poi le sue lunghe e pazienti meditazioni nel Laboratorio segreto davanti all’informe groviglio della radice, per scovarne la vocazione nascosta a mutarsi in questo o quell’animale.
Infine, via…, tocchi saggi ed attenti per far emergere quel che è in potenza.
Ma c’è una metafora più grande che suggerisce quest’arte elementare e riguarda la vita individuale e sociale. Questa, per essere durevole, dinamica e soddisfacente non può che crescere sulle buone radici del trascorso indirizzandosi là dove esse stesse già suggeriscono di andare.
Luca infatti non amputa ogni protuberanza e ramificazione ma le guida verso una forma già implicita.
Piace infine osservare che l’arte di Luca è anche simbolo della lotta al minaccioso “riscaldamento globale”.
Infatti non impedisce forse, consacrandola all’eterno dell’arte, Che la radice si estingua rilasciando nell’aria il carbonio che vi aveva sottratto crescendo con l’albero?